(QuWhat) Meglio i rospi o gli OGM?

Corriere della Sera, giovedì 29 marzo 2012. A pagina 49 c’è una lettera firmata da Fabrizia de Ferrariis Pratesi, coordinatrice del Comitato scientifico antivivisezionista, che a suo tempo (anno 1998, per la cronaca) metteva in guardia dalle imminenti clonazioni di corpi umani, rigorosamente senza cervello.

Ora si preoccupa di chiarire le ragioni di chi si oppone agli Ogm. Già il fatto che l’incipit sia “Vorrei ricordare che chi è contro gli Ogm…” si rifà a un atteggiamento piuttosto a-scientifico: come si fa a essere contro una biotecnologia, che ha infinite applicazioni, possibilità di impiego e dunque conseguenze, in tutto e per tutto? Forse sarebbe meglio dire – se proprio si vuole dire qualcosa – che si hanno alcuni dubbi in merito, che si è adottata una posizione scettica, ma il dichiararsi ‘contro’ non sembra che un idealismo di chiusura. Sono contro le teorie eliocentriche. Sono contro i vaccini. Sono contro l’evoluzionismo darwiniano. Sono contro gli antibiotici. Forse fare un po’ di distinzione farebbe bene al pensiero razionale. Ma andiamo oltre.

Ci soffermiamo sulla prima motivazione del no, poiché le altre tre tirano in ballo brevetti, colonizzazione del pianeta e libere scelte alimentari, che afferiscono a una sfera politico-economica, che non è di nostra competenza e che dovrebbe essere trattata a dovere (possibilmente tenendola separata dalla questione della ricerca).

Dunque il primo punto ci dice che chi è contro gli Ogm “non si oppone alla ricerca biotech ma al contrario la ritiene tuttora inadeguata a prevedere gli effetti degli Ogm talvolta devastanti, come dimostrano gli agricoltori statunitensi alle prese con le incontrollabili super erbacce (…)”.

Allora io adesso vorrei raccontare una storia, ascoltata per caso l’altro giorno sul canale di National Geographic:

In Australia, quasi un secolo fa, sono stati introdotti dei rospi della specie Bufo Marinus, importati dall’America Latina, per debellare la presenza degli insetti nelle coltivazioni. Metodo naturale e biologico. Bene. Questi rospi ora stanno letteralmente invadendo il territorio australiano e uccidendo la fauna autoctona: si sono rivelati estremamente velenosi per quasi tutti i predatori, depongono migliaia di uova e si moltiplicano in modo esponenziale.

Il problema di prevedibilità e conseguenze si incontra dunque anche con i metodi naturali (forse sarebbe meglio dire soprattutto, visto che non sono previsti quegli studi preliminari e quei i continui controlli che vengono invece eseguiti per Ogm o sostanze chimiche) e anzi, a ben vedere, se si fosse introdotta una modificazione genetica per proteggere le piante dagli insetti, rendendole repellenti, il prezzo da pagare sarebbe stato ben più ridotto.

Questo dei rospi sì che è un effetto devastante, invitiamo Fabrizia de Ferrariis Pratesi a occuparsene e a preoccuparsene, e a prenderlo in considerazione la prossima volta in cui avrà voglia di demonizzare le ricerche di laboratorio.

(MedBit) Le cause dell’autismo: l’erronea ipotesi del vaccino trivalente

Mi dispiace prendermela sempre con Panorama, ma non credo sia mia la colpa se gli articoli di questo settimanale sono pervasi da una stucchevole mentalità a-scientifica.

Nella storia di copertina dell’ultimo numero, il giornalista Stefano Lorenzetto firma l’intervista a Franco Antonello, padre di un ragazzo autistico di 18 anni. I due hanno percorso l’America in lungo e in largo per quattro mesi, in sella ad una Harley-Davidson rossa, avventura raccontata nel libro “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas.

L’intervista è piuttosto interessante, c’è del pragmatismo e dell’entusiasmo e, per una volta, niente frasi strappalacrime, però… Ebbene sì, c’è un però. Alla domanda: “Da quanto tempo suo figlio è autistico?”; la risposta è stata: “Fino a 2 anni e mezzo era un bimbo normalissimo. Fu sottoposto alla vaccinazione trivalente. Qualche mese dopo ci chiamarono dall’asilo: “Vostro figlio è strano, è cambiato”.

Dunque: il vaccino trivalente non causa l’autismo. Come spiega il box “Che cos’è l’autismo e come si manifesta”, si tratta di una patologia che dà i primi segnali attorno ai 2 o 3 anni d’età, proprio l’età in cui si è da poco ricevuto il vaccino trivalente.

Ora, come ci insegna Hume: il fatto che vediamo spesso l’evento A seguito dall’evento B, non significa che A causi B. Se il vaccino trivalente si fa attorno ai 2 anni e l’autismo si manifesta attorno ai 2-3 anni, chiaramente capiterà che si osservino alcuni bambini manifestare i primi sintomi proprio qualche mese dopo il vaccino. Ma da questo non si può concludere che sia stato il vaccino a provocare l’insorgere del disturbo, oltre al fatto che sono stati effettuati numerosi studi, in seguito a un caso mediatico scoppiato in Inghilterra, che hanno definitivamente chiuso la questione.

Il dolore di un padre di fronte a un figlio malato non è oggetto di questo articolo e tutto quello che racconta, compresi i riti sciamanici a cui ad un certo punto si è affidato, può essere compreso e giustificato.

Il silenzio di un giornalista che nicchia su una questione controversa e non si sente in dovere di dare chiarimenti sul fatto che le cause della patologia non siano ancora del tutto chiare, è invece da condannare. E soprattutto: che senso ha scrivere un articolo, che smuove gli animi, lasciando che negli animi smossi si facciano stradaconvinzioni infondate? Si tratta di buon giornalismo?

Per dovere di cronaca, aggiungo che nel numero successivo di Panorama, sono state pubblicate le lettere e i tweet di tanti lettori, rimasti colpiti dalla storia di copertina. Mi è caduto l’occhio su questa: “Non possiamo che complimentarci con Stefano per il suo articolo (…). Andrea ha manifestato l’inizio della sua fase autistica attorno ai 18 mesi a seguito della vaccinazione trivalente (…)”.

Penso sia già stato detto tutto.

Laboratori Ficcanaso

I laboratori Ficcanaso sono rivolti ai bimbi dai 3 agli 8 anni. Nascono per spiegare le scienze naturali attraverso il gioco e il confronto, affiancando una parte manuale all’introduzione teorica, studiata di volta in volta in base all’età del gruppo.

La scienza è ovunque attorno a noi, ma bisogna avere un olfatto allenato per saperla scovare, capire, riconoscere…meglio imparare fin da giovani, anzi giovanissimi.

I laboratori per la primavera/estate: 

Ricette di carta: ricicliamo la carta, quando è pronta si possono creare fogli colorati a piacimento, con fiori, foglie, decorazioni. Durata 1h30, dai 5 anni

Orto delle farfalle:: dall’uovo alla larva, dal bruco alla crisalide.  Nel nostro piccolo, daremo una mano alla biodiversità! Durata 1h30, dai 5 anni

A sei zampe: conosciamo gli insetti e il loro ruolo nell’eco-sistema, le loro metamorfosi, le loro uova, le larve, le tecniche per mimetizzarsi e difendersi dai predatori…con un quiz! Durata 1h, dai 3 anni

Un seme, un fiore, un albero Come sono fatti i semi? Sono tutti uguali? A cosa servono le radici? Perché crescono verso il basso e non verso l’alto? Impariamo tutto, ma proprio tutto, su semi fiori e piante, poi creiamo qualcosa di prezioso che porteremo a casa…. Durata 1h15, dai 3 anni

Associazione QuBit

L’Associazione culturale QuBit è stata fondata con lo scopo di comunicare la scienza, proporre nuovi metodi per la didattica delle discipline scientifiche, realizzare laboratori e letture a tema, studiare i complessi rapporti tra scienza e società.