(QuTech) Casa verde casa

 di Ilaria Ampollini

Il design respira scienza ogni giorno: ci sono creazioni che sembrano provenire da un qualche laboratorio in cui designers col camice maneggiano provette, stereoscopi e software di ultima generazione. La scienza e la tecnologia non solo sono il supporto senza cui le nostre case sarebbero vuote di elettrodomestici e altre amenità, ma diventano anche un tutt’uno con la creatività, ispirandola e permettendone l’attuazione.

A Vienna invece la Mischer’Traxler http://www.mischertraxler.com/ avvita sottili strisce di legno per creare cestini colorati: fin qui tutto normale. La cosa sorprendente è che ogni cestino è un pezzo unico e dipende da quante persone sono rimaste a guardarne il processo di lavorazione, per quanto tempo e a quale distanza: la macchina è infatti dotata di speciali sensori che regolano il lavoro in base a questi fattori. Il processo produttivo diventa così una performance meccanica, in cui l’uomo ha il solo ruolo di spettatore.

Fortunatamente, il tech-design è ogni giorno sempre più green: meglio il riutilizzo del consumo di materie prime, meglio oggetti e architetture in rapporto quasi osmotico con la natura di opere non ecosostenibili. Qualche esempio?

Gli studi newyorkesi Family e PlayLab stanno lavorando a un complesso di quattro piscine, che sorgeranno sull’Hudson River, nel cuore della Grande Mela, pescando l’acqua direttamente dal fiume: il team sta studiando un metodo di filtraggio, che consenta di rispettare l’ambiente e rispondere ai requisiti di sicurezza.

Ci sono poi il carica batteria a energia solare dalla forma a fiore, i cui petali sono tappezzati di micro pannelli, le prese multitask che funzionano anche come prese USB e per smart-phone, i vasi dalla texture che sembra fatta di pixel, usciti però da macchine d’altri tempi che usano argilla e stampi con bastoncini di gesso componibili.

Per non parlare del riciclo: l’olandese Dirk van der Koij costruisce sedie e tavoli utilizzando robot industriali dismessi, grazie ai quali lavora del materiale plastico riciclato (da vecchi frigoriferi). Il materiale è liquido, viene filtrato e colato, grazie a un software che regola forma e colore, dopo di ché si solidifica: ne risulta un oggetto di arredamento privo di viti o bulloni, pronto per essere riciclato di nuovo, la prossima volta che volete cambiare casa.

(BitSoul) Angeli&Demoni

di Ilaria Ampollini

Benissimo.

Tutti quanti abbiamo un angelo, ci spiega Caterina Balivo, con l’amico Craig Worwick, che da quando ha sei anni parla con creature invisibili.

Dopo aver collaborato con l’Fbi e aiutato Kate Winslet (a far che?), Craig ha scritto un manuale per comunicare con le presenze angeliche, in cui consiglia alcuni pratici e semplici esercizi eseguibili anche a casa. Caterina garantisce.

http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/5340_tutti_quanti_abbiamo_un_angelo_balivo_warwick.html

Però c’è anche qualcuno che ha il diavolo, anzi, sono parecchi ad avercelo e la questione si fa seria. Talmente seria che Paolo Rodari, giornalista del Foglio e curatore del blog PalazzoApostolico http://www.paolorodari.com/, ha scritto un libro e un vistoso articolo per l’ultimo numero di Panorama. Qui Rodari spiega che, mentre i bisognosi d’esorcismi crescono sempre di più, di esorcisti ce ne sono sempre meno: per far fronte a questa carenza, il Pontificio ateneo Regina Apostulorum ha istituito un master, in cui i sacerdoti apprendono le tecniche di liberazione delle anime. Senza batter ciglio Rodari riporta storie di ‘guarigione’ e non si scompone neanche quando racconta di quella bambina di 5 anni, che viene portata settimanalmente da nonna e genitori da Don Alfedo Tocco. Il diavolo la possiede e ormai è lei stessa a chiedere di essere esorcizzata: pare che dopo aver urlato, cercato di farsi del male, provato ad aggredire con forza sovraumana i presenti, si senta più leggera.

A fondo pagina, l’intervista allo psichiatra Tonino Cantelmi, che illustra i due test con cui distinguere il diavolo dalla malattia mentale. Sì, il filo conduttore di questo articolo agghiacciante sta soprattutto qui: non tutti i malati mentali, gli schizofrenici, i paranoici sono malati mentali. No. Anzi. Molti sono semplicemente posseduti dal maligno: farmaci e psicanalisi possono ben poco, quello che ci vuole sono preghiere e schiuma alla bocca. Poi, si inizia a vedere la luce.

Come si fa a credere sia vero? Facile. Il numero di persone che si rivolgono a un esorcista è aumentato sensibilmente: addirittura si parla di un 20% in più di minori, che mamma e papà credono in balia di Satana.

E noi che ci lamentavamo di Mesmer…