(PepperBit) La biodinamica dell’omeopatia fitoterapica

di Ilaria Ampollini

Ok. È ora di smetterla. Sì su Internet puoi trovare di tutto e di più, non c’è di che scandalizzarsi. Certo, se compri Novella2000 o TV Sorrisi e Canzoni, cosa ti aspetti?

Se però ti stai leggendo con curiosità e gusto SetteGreen, inserto del giovedì del Corriere della Sera, e capiti sull’articolo firmato da Sara Gandolfi, ti chiedi come possano essere giustificati l’inadeguatezza di termini e l’approssimazione dei contenuti, che lo farciscono in modo certosino.

20 Ottobre 2011, pagina 43. Titolo: ‘Una stirpe biodinamica’: non propriamente un invito alla lettura. Ma, si sa, l’abito non fa il monaco: meglio non fermarsi all’abito e proseguire alla volta del monaco.

L’articolo parla di tale Rainer Loacker, che, a dispetto del nome, ammalatosi a furia di mangiare biscotti e wafer, nel 1979 decise non di passare a una dieta più variata, bensì di darsi al crudismo.

Guarito dalla malattia dei biscotti, mise in piedi un vigneto biologico: le prime vendemmie furono un disastro, ma pian piano l’uva, cresciuta e curata con rimedi omeopatici, diede succosi grappoli.

Da lì il passo successivo: l’agricoltura si fece biodinamica e la famiglia aprì anche un’azienda ‘farmaceutica’ di prodotti omeopatici.

A conclusione dell’articolo (e siamo arrivati al monaco), la parola va al figlio Hannes: ‘Siamo abituati a evitare i medicinali e ad affidarci ai rimedi della nonna. Da noi le contadine vanno nei boschi a raccogliere erbe per le tisane.’ Rimedi fitoterapici vecchi e nuovi che Hannes ha deciso di introdurre nell’azienda farmaceutica, diventando leader della medicina olistica. ‘Il mio obbiettivo? Che la fitoterapia abbia la stessa dignità della medicina ufficiale anche in Italia, come già avviene in Germania’.

Cari Hannes Loacker Junior, caro Loacker senior e cara Sara, avrei giusto un paio di osservazioni.

Partiamo dalla bio-dinamica, che, come scientificamente ci informa il box a fondo pagina, fa parte dell’antroposofia fondata negli anni ’20 da Rudolf Steiner: Steiner si dedicò a qualsiasi campo del sapere, dall’educazione alla psicologia, dall’arte alla medicina e divenne così esperto di agricoltura, ambito in cui introdusse pochi e ben saldi principi. Tutto ha pari dignità, l’uomo come la pietra; i pianeti esercitano influssi sulla natura; gli organismi sono dotati di un’energia vitale che va preservata e accresciuta; il pomodoro, se ben coltivato, è nutrimento per lo spirito; il terreno va cosparso di cornoletame e di cornosilice, che operano in connessione con le forze cosmiche e assicurano un buon raccolto.

Un seguace-tipo del bio-dinamismo affiancherà dunque ad alcune tecniche realmente efficaci, come il sovescio e la rotazione delle colture, dei riti magici: e se il termine ‘magici’ vi sembra esagerato, al link http://www.demeter.net/ trovate in pdf i fondamenti di questo agri-pensiero.

Insomma, se proprio si voleva far passare il (discutibile) concetto di sano = naturale = buono, forse sarebbe stato meglio soffermarsi sulla coltivazione bio e sorvolare sul dinamico.

Doveri di cronaca, si può obiettare.

Ecco. E qui arriva il secondo punto. Sarebbe di buongusto che una cronaca fosse chiara e precisa, nel linguaggio e nei contenuti, invece questo articolo chiaro e preciso non lo è: nella parte dedicata alla farmacia di famiglia, fitoterapia, omeopatia e olismo si avvicendano e si mescolano come se fossero sinonimi.

L’omeopatia e la fitoterapia sono due cose diverse, con principi diversi, che usano preparati diversi, che derivano da culture diverse, con effetti e non effetti diversi. Bisogna piantarla di assimilare la nonna che va nel bosco a raccogliere le foglie curative con l’omeopata che ti fa sedere nel suo studio e ti dice di sbattere la fiala sul cuscino, per chiamare a raccolta la memoria dell’acqua. La fitoterapia (phytòn, pianta) è basata su rimedi naturali, di origine vegetale: sono preparati fitoterapici le tisane e le tinture, i lassativi a base di erbe e gli estratti di mirtillo per la cistite. L’omeopatia usa una lista di sostanze tra le più disparate, di derivazione vegetale, animale, minerale o chimica, diluite nell’acqua con concentrazioni bassissime: si vuole spingere il corpo a reagire, iniettando a più riprese ridotte dosi dello stesso elemento, che ne ha determinato l’ammalarsi (omos, stesso).

Ma questa distinzione nell’articolo non c’è e Loacker Junior, che ha aperto la farmacia omeopatica perché spera di portare gloria a quella fitoterapica, farebbe meglio a consultare un dizionario. Sempre che nelle terre del naturale un dizionario non sia qualcosa di troppo artificioso.